Produktionsblock:
B-17G-50-DL: 44-6251 bis 44-6500
Hersteller:
Douglas
- Bomber-Gruppe:
- 301st Bomb Group
- Bomber-Staffel:
- 353rd Bomb Squadron
MACR: 13978
Geschichte der
B-17 44-6253
Delivered Hunter 15/6/44; Dow Fd 25/6/44; Assigned 353BS/301BG Lucera 3/7/44; Missing in Action Padua 11/4/45 with Walter Haaser, Cole, Sparks, King, Forche, Brillan, Gordon, Yates, Gamble, Fishleder (10INT); flak, crashed Morbegno, Italy; Missing Air Crew Report 13978.
Zuletzt aktualisiert: 14. November 2021
B-17 44-6253 Details
Zeugenaussagen zum Verlust von B-17G 44-6253
Ich war Co-Pilot in Flugzeug 44-6382, flog in der 2-1 Position und war auf V.H.F., als Flugzeug 44-6253 in der 3-1 Position meldete, dass es auf dem Weg in die Schweiz sei. Er gab an, dass er “einen Motorausfall hatte und auf dem Weg in die Schweiz war”. Er sagte nicht, wie ernst sein Problem war, aber unser Heckschütze berichtete, dass nur ein (1) Triebwerk ausgefallen war. Ein schlimmes Ölleck war festgestellt worden, bevor der Bombenrum gestartet wurde. Sie verließen unsere Formation mit dem Flugzeug unter Kontrolle, ohne sichtbare Fallschirme, und flogen in Richtung Schweizer Grenze. Dies geschah auf dem Rückflug vom ersten Bombenabwurf um etwa 1300 Uhr.
2Lt. Claude A. York
Kopilot B-17 #44-6382
Geflogen von 2Lt. Thornhill
Flugposition 21
Flugzeug #44-6255 bekam das vierte Triebwerk über dem Ziel abgeschossen und begann, etwas hinter die Formation zu geraten. Ungefähr zu diesem Zeitpunkt sagte der Pilot, dass 253 in die Schweiz fliegen würde. Ich beobachtete es und er hatte nicht viel Höhe verloren. Schwarze Speichen kamen aus dem Motor Nummer eins oder zwei, obwohl ich mir nicht sicher bin, welcher es war. Es wurden keine Fallschirme gesehen, die das Flugzeug verließen.
S/Sgt. William C. Kelley
Heckschütze B-17 #43-39492
Geflogen von 1Lt. Voss
Flugposition 22
Schiff Nr. 44-6253 befand sich in der Formation in der Position drei-eins, als das vierte Triebwerk von der Flak ausgeschaltet wurde. Sie fielen hinter die Formation zurück, nachdem wir den Bombenabwurfplatz das erste Mal verlassen hatten, und folgten uns für etwa drei oder vier Minuten. Dann verließen sie die Formation, und der Kopilot sagte, sie seien auf dem Weg in die Schweiz. Während ich sie beobachtete, gab es keine Fallschirme, die sich lösten, und das Schiff war unter Kontrolle.
Sgt. Orin D. Baxter
Heckschütze in B-17 #44-6382
Pilotiert von 2Lt. Thornhill
Flugposition 21
Quelle: 13978
B-17 44-6253 Crew
Position | Rang | Name | Status | Bemerkung |
---|---|---|---|---|
P | 2LT | Walter B Haaser | INT | - |
CP | F/O | Jack W. Cole | INT | - |
NAV | 2LT | Gerald H. Sparks | INT | - |
ENG/TT | SGT | Robert L. Forche | INT | - |
RO | SGT | William H. Brillan | INT | - |
BT | SGT | Andrew H. Gordon | INT | - |
WG | SGT | George C. Yates | INT | - |
TG | SGT | Blaine J. Gamble | INT | - |
TOG | SGT | Leonard M. King | INT | - |
PHOTO | SGT | Martin S. Fishleder | INT | - |
14. November 2021 access_time 11:34
Attualmente cresce in Morbegno Italy, not Switzerland. The story: https://m.facebook.com/groups/606982969369012/permalink/1545419895525310/
14. November 2021 access_time 15:13
Thank you, Flavio.
I have corrected the location (country)
14. November 2021 access_time 18:49
they actually thought they were over Switzerland, and for this reason they abandoned the plane.
31. Juli 2023 access_time 10:29
https://www.facebook.com/groups/235229019992927/permalink/1696073540575127/?paipv=0&eav=AfYMAl9ll0hVPmHMfzTeKoX4MaYKO8vBnto0wSONrcOs0AgQc5HF-S7lCs3k51xhgD4&_rdr
Renzo Fallati
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[Si chiude qui, con una testimonianza particolare, il racconto dell’aereo americano che precipita a due passi da Morbegno nell aprile del 1945, quattordici giorni prima della fin della guerra]
Lo confesso. Ancora una volta ho dovuto scuotermi dal leggero torpore che, di tanto in tanto, mi avvolge in queste giornate grigie. E questa sensazione cerca spesso di vincere, in modo subdolo ma convincente. “Tanto, che senso ha scrivere tutte queste parole? E, poi, a chi vuoi che interessino queste vecchie storie?”. Visto, però, che oggi ho scoperto -andando in farmacia a Morbegno – che la storia dell’aereo caduto nell’aprile del 1945 è letta con curiosità da diverse persone (una in particolare mi ha confessato che la sta raccontando alla sua mamma anziana) ho deciso di mettere a disposizione di tutti un’altra testimonianza. Sempre legata alla caduta dell’aereo americano. Si tratta sempre del Boeing B-17 Fortezza Volante Fortress, per chi ancora non lo sapesse, precipitato nei pressi di Morbegno, l’11 aprile 1945.
E’ un documento che, gentilmente, mi ha mandato alcuni anni fa (dopo aver letto su Fb tutta la storia) il signor Pierfranco Mastalli. Nel 2017 Pierfranco Mastalli ha scritto e pubblicato un libro sulla Resistenza in Bassa Valtellina (edizioni Cattaneo). In questo libro sono più di dieci le pagine dedicate alla vicenda dell’aereo americano precipitato. Ecco, il documento è composto da tre fogli battuti a macchina, corredato alla fine da sette firme. Porta la data del 30 gennaio 1946 (sono passati nove mesi dall’avvenimento). E’ scritto, e firmato, da Giovanni Bosetti, di Gravedona, classe 1916. Il Bosetti si qualifica come comandante del distaccamento Silvetti, della brigata Mina (operava in bassa Valtellina). Nome di battaglia: Pini.
Ecco, l’11 aprile era nascosto, con altri due partigiani, in una vigna a Piussogno. Erano le 14.30, quando vide il grosso aereo. Proveniva da est, da Sondrio e, arrivato al lago, tornò indietro. Poco dopo, sopra Mantello, vide aprirsi alcuni paracadute. Non aveva capito subito che si trattava di uomini. Aveva, piuttosto, pensato a un lancio di materiali come appoggio per la guerra partigiana. Osservando con un cannocchiale notò però che si trattava di soldati che avevano abbandonato l’aereo. E vide poco più tardi l’aereo che precipitava alla Valletta di Traona.
Il comandante Pini era distante circa 2 km dal luogo dell’impatto.
Allora chiese a tre signorine – che erano salite nella vigna dove si nascondeva per portargli delle provviste – di scendere veloci dove erano atterrati i paracadutisti. Per soccorrerli e per invitarli a salire sulla montagna del Cèch. Così avrebbero potuto nascondersi dai nazifascisti. Due aviatori erano fermi di là dell’Adda, sul lato sinistro. Non accennavano a muoversi. Allora le tre ragazze, gridando e con gesti, li invitarono a salire su un “cumbàl” per raggiungere la sponda destra del fiume. Non c’erano remi sulla barca da pesca e allora i due aviatori si aiutarono con un lungo bastone. Arrivati in mezzo al fiume, la corrente era forte e non riuscivano più a proseguire. Allora, si tuffarono e, con grande fatica, a nuoto, raggiunsero la riva. Erano esausti.
Ma il Pini, che nel frattempo era sceso dal suo nascondiglio, insieme con le ragazze e altri partigiani li accompagnò in un rifugio sulla montagna dei Cèch.
Fatto questo, i tre partigiani scesero per recuperare un terzo aviatore che era atterrato più a monte dell’Adda. Anche lui venne accompagnato sulla montagna e si unì ai suoi due compagni. Intanto i tre vennero rifocillati. Nel frattempo i nazifascisti erano alla ricerca, vana, dei dieci aviatori che si erano lanciati con il paracadute. Uno solo venne catturato, dalle brigate nere di Morbegno e di Rogolo. Intanto, i tre americani rimasero nel loro nascondiglio fino alle 21.30. Consegnarono le loro pistole ai partigiani: dono assai gradito, visto che gli stessi erano sempre a corto di armi. Poi, dato che gli aviatori chiedevano ripetutamente di poter arrivare in Svizzera, si riprese la marcia. Arrivati a Cercino, trovarono altri due americani, scesi sopra Traona e salvati in modo rocambolesco – così racconta il Pini – da un signore del posto.
Si mangia a Cercino e si aspetta la mezzanotte per rimettersi in cammino, direzione Svizzera. Solo che un aviatore soffre terribilmente (forse si trattava di un’ernia inguinale, scatenata dal fortunoso atterraggio) e deve essere trasportato a spalla. Arrivano a Civo, verso le due del mattino. Lì vengono ospitati in una casa privata, e trovano un letto per riposarsi. Alle ore 18 arriva un partigiano che accompagna un altro aviatore, sceso alla Selvetta e sfuggito anche lui alla cattura. Passa la notte. Il giorno dopo, alle sei del mattino, i sei aviatori, che avevano chiaramente manifestato la volontà di raggiungere la Svizzera, riprendono il cammino, sempre accompagnati dai partigiani locali. A questo punto il resoconto elenca tutt’e sei gli americani recuperati: 1) Martin Fishleder, 2) William Brilllan, 3) Leonard King, 4) Robert Forche, 5) Blaine Gamble, 6) George Yates.
Sono le 10 del mattino quando il gruppo arriva in Val di Mello. Qui incontrano il colonnello dei carabinieri Marcello Alessi, comandante partigiano [il tenente colonnello dei carabinieri in realtà si chiamava Edoardo Alessi, “Marcello” era il suo nome di copertura, come comandante partigiano. Verrà ucciso il 26 aprile 1945, a soli 48 anni, sopra Sondrio, in zona Mossini, probabilmente da un gruppo di fascisti]. Il Pini fa all’Alessi un rapporto dettagliato di tutto l’accaduto. Alessi, poi, assicura che, tramite una stazione radio, situata a Livigno, avrebbe dato notizie al comando dell’aviazione americana di Foggia. La notte viene trascorsa in una baita, in Val di Mello. La mattina successiva, Alessi trattiene il Pini, il quale allora affida il gruppo dei sei americani al suo commissario, il “Gianetta”. Tocca a lui accompagnarli verso la ormai vicina Svizzera.
A questo punto “prima di lasciarci mi abbracciarono – scrive il Pini – lasciandomi il loro indirizzo di casa in America e promettendomi la loro gratitudine e ricompensa a guerra finita”. Quando il commissario “Gianetta” ritorna, fa sapere a Pini di aver trovato, vicino al confine svizzero, quattro comandanti partigiani (Bill, Nicola, Jess e Maio) che l’avevano costretto a consegnargli i sei americani. Cosa che lui aveva fatto. Il comandante Pini così completa la sua relazione: “In tal modo la mia missione si è conclusa. Dichiaro, come tutti gli altri sottoscritti, di non aver mai percepito alcun compenso per questa mia azione né per quella degli altri sunnominati. Gravedona, 30 gennaio 1946”. Seguono le sette firme. E’ un rendiconto interessantissimo (e non hanno alcuna importanza, a mio parere, i piccoli errori caduti qua e là nel racconto. La data dello schianto dell’aereo è naturalmente l’11 di aprile, e non il 10. I nomi dei sei membri dell’equipaggio sono scritti in modo sommario, ma sono tutti identificabili, con un minimo sforzo) e getta una luce particolare anche su quanto riferito dal sergente Martin Fishleder, quando rivela che aveva trovato al confine con la Svizzera dei tizi che avevano cercato di carpirgli delle informazioni. Erano, con tutta probabilità i quattro comandanti partigiani.
31. Juli 2023 access_time 10:36
Correct crash site in Morbegno near Adda River: https://goo.gl/maps/RRFN5sFwR5QwAUSd6 Plane direction from east to west.